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Certificazione crediti nei confronti della PA fino al 31 ottobre

(Pubblicato sul n. 11 del 20-09-2014 )

Proroga a fine ottobre per le imprese che vogliono certificare i crediti della PA e cederli alla banche: norme, procedure, strumenti e monitoraggio del ministero.

Le imprese che vantano crediti certi, liquidi ed esigibili nei confronti della Pubblica Amministrazione e vogliono incassarli subito attraverso la cessione alle banche devono presentare la relativa istanza di certificazione entro il prossimo 31 ottobre 2014. La proroga, rispetto al precedente termine del 24 agosto 2014, è contenuta nell’articolo 22, comma 7-bis, lettera a, del Dl Competitività (Dl 91/2014) convertito con la legge 116/2014. 

La possibilità di cedere a una banca o istituto finanziario convenzionato i debiti della PA è stata introdotta con il Dl 66/2014, articolo 37. 

Riguarda i crediti per forniture, appalti e prestazioni professionali.

La cessione avviene con la formula del pro soluto: dal momento in cui l’operazione è effettuata non è più l’impresa, ma la banca, ad essere il creditore della PA. Il credito è assistito da garanzia dello Stato e la pubblica amministrazione può chiedere all’istituto finanziario una sua ridefinizione di termini e condizioni di pagamento, fino a una durata massima di rimborso di cinque anni.

Per accedere a questa possibilità, l’impresa deve certificare il credito utilizzando l’apposita piattaforma messa a disposizione dal ministero delle Finanze. Il credito deve essere stato maturato entro il 31 dicembre 2013 e certificato entro il 31 ottobre 2014. Per supportare le imprese nell’iter, il ministero ha pubblicato una Guida alla certificazione dei crediti della P.A.

L’operazione di cessione è possibile solo attraverso banche e intermediari autorizzati da apposita convenzione con l’ABI, l’associazione banche italiane, e non è soggetta a imposte. Il tasso di sconto applicato è per legge all’1,90% per importi fino a 50mila euro, all’1,6% per importi superiori. L’operazione viene effettuata utilizzando un contratto conforme al modello previsto dalla convenzione ABI. L’atto di cessione viene notificato alla pubblica amministrazione attraverso piattaforma elettronica e l’ente pubblico ha sette giorni per un eventuale rifiuto (non discrezionale, va motivato da irregolarità).

Il ministero continua intanto la sua opera di monitoraggio: allo scorso 24 agosto le istanze di certificazione del credito erano pari a 52.405, per un importo totale pari a 5,7 miliardi. Le operazioni non si sono interrotte nemmeno nella settimana di Ferragosto, che ha registrato 2mila domande), mentre in quella successiva le istanze di certificazione sono state 2.411, per un controvalore di 208 milioni di euro.

Dunque, d’ora in poi le imprese che hanno crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione possono cederli alle banche o a istituti finanziari, incassando la somma dovuta, attraverso il sistema “pro soluto“. Si tratta di un sistema grazie al quale decade qualsiasi vincolo fra la PA e l’impresa ed è la banca che diventa il creditore dell’ente pubblico. In parole semplici, significa che in caso di inadempienza da parte dell’Amministrazione l’impresa non è tenuta a risarcire la banca, la quale si rivale direttamente sull’ente pubblico. Il debito è comunque coperto da Garanzia dello Stato e della Cassa Depositi e Prestiti. Il riferimento normativo preciso è l’articolo 37 del Dl 66/2014, convertito con la legge 89/2014. Il decreto di fatto attiva il meccanismo di garanzia dello Stato sul debito.

La possibilità di cedere il credito si aggiunge agli altri strumenti in vigore per la restituzione dei debiti della P.A.: le anticipazioni di liquidità a favore degli enti locali, delle Regioni e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, gli spazi finanziari nel patto di stabilità interno, le compensazioni con alcune tipologie di debiti tributari.

Avv. Iconio Massara - Specialista in Diritto Tributario

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